XVIII International Summer School on Religions:
Libera Chiesa in libero Stato (San Gimignano
27-31 agosto 2011).
Nel seguito, insieme a un’
anteprima fotografica, riportiamo il
commento di Arnaldo Nesti, per un primo bilancio dell’edizione 2011 della Summer School, ripercorrendone gli interventi e commentando il grande successo di pubblico e i riconoscimenti ricevuti.
Da pochi giorni è terminata la XVIII International Summer School di San Gimignano.
Spero che non mancherà l’occasione, prima ancora della pubblicazione degli atti, di commentare almeno alcuni momenti dell’evento.
In questa sede intendo solo fare alcune sottolineature di ordine generale. Innanzitutto, come mi ha detto un vecchio partecipante, “questa è stata la più bella summer di San Gimignano. Indubbiamente, la stagione mite, l’alto numero dei partecipanti, la internazionalità dei presenti: dal Messico, alla Tunisia, alla Bulgaria, alla Russia, alla Germania, indurrebbero a confermare una tale impressione. Il tema è stato particolarmente indovinato. Cerchiamo comunque di riandare alla trame delle diverse giornate intensissime.
Non si è trattato peraltro di fare un commento meramente storico-politico quanto di entrare negli aspetti nevralgici della società italiana nell’arco temporaneo in esame. Da questo punto di vista molto interessanti sono stati gli interventi magistrali di Francesco Margiotta Broglio e di Vincenzo Pacillo. Di prim’ordine poi è stato l’intervento di Carlo Felice Casula che ha letto il Concordato nei singolari diari del card. Tardini. Importanti poi sono stati gli interventi di Franco Cambi e di Domenico Scafoglio sull’identità degli italiani e su aspetti della mancata riforma religiosa in Italia. Un ampio e importante spazio è stato dedicato alla questione della secolarizzazione a partire anche dalle ricerche di Roberto Cartocci. A questo riguardo originalissimo e documentatissimo è stato l’intervento di Roberto Cipriani che ha presentato i dati più impietosi dello scollamento in atto fra la società italiana e la linea dell’attuale gerarchia cattolica (cfr. il testo pubblicato in Asfer.it in data settembre 2011). Di grande rilievo è stato il seguitissimo e più volte applaudito intervento del monaco Enzo Bianchi priore di Bose, che ha ripercorso alcuni momenti del complesso rapporto fra la Chiesa e la società italiana. A questo ricco filone sono seguiti ricchissimi interventi sui rapporti scuola, processi formativi e identità nazionale. Al riguardo importanti sono stati gli interventi, oltre che di Franco Cambi, di Flavio Pajer e di Carmen Betti.
Che dire peraltro dei processi migratori che si sono andati sviluppando. Al riguardo sono apparsi ricchissimi gli interventi di Tiziana Chiappelli e in particolare di Giovanna Campani, che ha svolto una specifica riflessione sul rapporto donne, politica e cultura nella storia nazionale. Luigi Berzano ha messo a punto alcune considerazioni sulla presenza dei pentecostali connessi al processo migratorio in atto negli ultimi anni.
Molto importanti si sono rivelate le comunicazioni di giovani sociologi del fatto religioso. Carlo Genova ha richiamato l’attenzione sulla religione dei non praticanti, con riferimento ai giovani italiani. Mario Pesce ha riferito su "Baisakki. Per un’antropologia del rito in una piazza romana", Stefano Camatarri su "Chiesa cattolica e le precondizioni culturali del monopolio di fatti", Enrico Gandolfi su "Otto per mille, un’eredità non eterna", Dimitris Argiropolis su "La questione rom e la appartenenza religiosa", Chiara Loschi su "Aspetti della presenza cattolica nella Tripoli coloniale". Giulia Becchis su "Cattolici e pentecostali nel Rwanda". Molto provocatorio è apparso l’interessante intervento di Giorgio Fontana sul senso e le radici del berlusconismo negli ultimi decenni di storia italiana.
La questione dei rapporti fra Chiesa e Stato è stata indagata altresì con riferimento ad altre situazioni. Peter Antes ha affrontato la questione con riferimento alla Germania. Afef Hagi ha delineato aspetti del problema nei paesi dell’area nord africana. Annamaria Fantauzzi ha parlato su "Identità musulmana e culture migranti". Maria Grazia Enardu su "Religione e stato in Israele". Renato Risaliti e Valery Mikalienko sul tema con riferimento alla storia russa, nel lungo periodo e nella recente storia post sovietica.
Accanto a questo ricco quadro va aggiunto l’insieme di apporti messicani. Dopo l’importante introduzione di Enzo Segre che ha spiegato l’origine e il senso della massiccia presenza messicana con l’apporto fondamentale della Università Autonoma Metropolitana di Città del Messico e l’intervento specifico su "Aspetti della chiesa cattolica messicana", Maria Eugenia Olavarria è intervenuta su aspetti giuridici sul matrimonio e la filiazione nel distretto federale messicano. Areli Veloz Contreras su "El cuerpo como territorio politico", fra discorso evangelico, secolarizzazione e diritti umani. Pablo Castro Domingo ha evocato momenti drammatici del conflitto cristiano nella municipalità di Tenangnosu. Carlos Garma è intervenuto su "Laicità e scolarizzazione nel dibattito messicano. Emanuel Rodriguez Dominguez, a sua volta, su "Laicità e partiti politici a Città del Messico.
In questo ricchissimo contesto suggestiva è apparsa la comunicazione di Donatella Puliga su "Il problema dell’altro", come pure quella di Paolo Corvo su "Chiesa e stato tra post crescita e qualità della vita". Ha concluso le giornate sangimignanesi Marco Politi con una agguerrita relazione su "La situazione dei rapporti fra Stato e gerarchie cattoliche oggi". Come si può vedere, ciascuna relazione meriterebbe un attenta meditazione. Qui mi sembra difficile. Però fin da ora si sappia che è già in preparazione il volume contenente i materiali presentati a San Gimignano. Maria Eugenia Olavarria e Veronica Roldan stanno raccogliendo i materiali per arrivare, quanto prima alla pubblicazione del quinto volume della collana “Religion and Society” patrocinata dalla Università Autonoma Metropolitana di Città di Messico e dal Cisreco. Non è male ricordare il suggestivo documentario "Ritorno a Lampedusa" dell'etiope Dagmawi Yimer, che è stato molto apprezzato. (A.N.)